Sasso delle Undici, gruppo del Cimonega

salita al sasso delle undici da matiuz (sagron) per l’intaida e il passo del comedon

22 agosto 2021

Il Sasso delle Undici (2310 m) è una cima secondaria del Gruppo del Cimonega, poco frequentata ma divertente. Dalla sua sommità, che si raggiunge camminando sulla cresta aerea da Passo del Comedon, è possibile godere della vista delle cime più importanti del gruppo, come il Piz di Sagron o il Sass de Mura, e della vallata sottostante che ospita il Bivacco Feltre-Bodo. A differenza delle sorelle maggiori, la cima è affrontabile facilmente in giornata con un dislivello abbordabile, partendo da nord al Passo Cereda o dal paesino di Mattiuz e percorrendo la cosiddetta Intaiada, ossia un sentiero detritico di congiunzione fra due strati di roccia (qui molte informazioni interessanti).

Il sentiero dell’Intaiada

Condizioni: il sentiero è ottimo fino a Passo del Comedon, in quanto sede dell’Altavia numero 2. I segnavia sono ben posizionati, le tabelle ci sono e sono precise. Il sentiero in sé è sdrucciolevole e si snoda su banca aderente alle pareti per quasi tutta la sua lunghezza. Tratti attrezzati aiutano i meno avvezzi all’esposizione a superare le difficoltà. La fatica per salire fino al passo è ben distribuita. Dal Passo alla cima, invece, scompaiono i segni ma resistono gli omini di pietra. Attenzione a chi sale ad inizio della stagione, quindi, per le poche indicazioni salvatesi, ma attenzione anche a segnali che mandano fuori via! Abbiamo infatti tolto qualche omino fuorviante. Ottima roccia, ricca per di detriti: da stare all’occhio.

Bellezza: la bellezza della cima è data sia dal paesaggio in cui è inserita sia dal modo di salirla. Personalmente ho imparato che sono le cime secondarie quelle da cui si può godere di un panorama migliore, ed è proprio questo il caso. Peccato per le nuvolette che ci hanno impedito la visuale totale!
Voto escursione: 8,5/10

Periodo consigliato: estate e inizio autunno prima della neve. Sconsigliato il versante nord in tarda primavera per l’abbondanza di neve sul percorso. Sul libro di vetta però ho notato esserci delle firme di novembre: forse interessante anche come invernale.

Difficoltà: medio-difficile, con passi di I-II grado. Occorre avere dimestichezza con l’arrampicata e i passaggi aerei.

Dislivello: 1300 m circa. Fino al passo del Comedon circa 1170 m di dislivello.

La parete del Sasso Largo, cima adiacente al Sasso delle Undici

Avvicinamento: salendo verso Agordo lungo la statale agordina, prendiamo a sinistra in direzione Gosaldo. La strada è buona fino a Forcella Franche, poi invece che proseguire a sinistra per la Valle del Mio (Tiser), proseguiamo dritti per Gosaldo. In questo tratto la strada è stretta e dissestata, tutta curve. Da Gosaldo continuamo seguendo le indicazioni per Mis. Qui giriamo a sinistra e, dopo innumerevoli corvette, arriviamo a Sagron. Passato il paese, seguiamo le indicazioni per Matiuz ma non lo raggiungiamo: dopo aver superato l’albergo Giasenei, seguiamo le indicazioni della tabella CAI verso Passo del Comedon, saliamo di qualche metro su una ripida strada asfaltata e parcheggiamo sullo spiazzo adiacente ad un casolare.

Percorso: dopo aver lasciato la macchina, cominciamo subito a camminare su una vecchia strada asfaltata nel bosco. La seguiamo solo per qualche centinaio di metri, poi troviamo subito la deviazione per il bosco. Saliamo con decisione nell’ombra prima di ricongiungerci ancora per qualche metro con la mulattiera di partenza. La lasciamo nuovamente alla nostra sinistra per entrare in un faggeto molto areato e fresco. Seguiamo sempre le indicazioni per il sentiero CAI n. 801 per Passo del Comedon. Dopo circa 40 minuti lasciamo finalmente gli alberi e puntiamo decisamente a sinistra al cospetto delle grandi pareti del gruppo del Cimonega.

Attraversiamo il greto di quello che sembra un torrente o un canale di scolo dell’acqua, per issarci su una prima forcellina. Da qui ha finalmente inizio la traversata della banca ossia l’Intaiada, che durerà un bel po’. Qui sono presenti scale, cordini per aiutare passaggi poco comodi e anche delle scalette per facilitare la salita.
Verso il passo, inoltre, c’è una piccola variazione del percorso e il sentiero nuovo, bollato con colori brillanti, diverge verso sinistra rispetto a quello vecchio.

Il Passo del Comedon (2130 m) ci apre il paesaggio verso sud così da poter vedere il Lago de La Stua (Val Canzoi) e la Conca di Cimonega che ospita i Bivacchi Feltre e Bodo (1930 m). Verso est, invece, vediamo la Punta del Comedon (2325 m) con le sue pieghe geologiche impressionanti.

La conformazione della Punta del Comedon
La prima cengia erbosa

Per salire il Sasso delle Undici, però, dobbiamo scende di qualche metro, non troppo, fino a incontrare un omino sulla destra, proprio ai piedi di un erto tratto di prato che conduce ad una cresta. Saliamo dritti per dritti fino alla sommità, per poi cominciare a percorrere la cresta verso sinistra.

La via viene indicata facilmente dagli ometti e corre sul versante ovest. Occorre comunque fare attenzione a sfruttare le debolezze che offre il percorso, che non vanno oltre il I, I+. I passaggi più interessanti da superare consistono in un camino facilmente superabile di qualche metro e due belle cenge (foto qui) che percorrono avanti e indietro la sommità della parete nord. La prima, inerbata, è davvero bella e panoramica, mentre per la seconda dobbiamo semplicemente voltarci di 180 gradi e percorrere il verso opposto (rocciosa, meno esposta).

La cima ci accoglie infine senza tanti fronzoli: un castello di sassi raccoglie un contenitore cilindrico in cui sono inseriti i (pochi) fogli del libro di vetta. Da qui, però, possiamo ammirare il Piz di Sagron verso NO, il Piz de Mez verso O e il Sass de Mura con il suo buchino verso SO.

La cima con a destra il Piz de Mez e a sinistra il Sass de Mura, purtroppo coperti dalle nuvolette.

Discesa: come per la salita.

Tempi: circa 3 ore per la salita, 2 ore fino al Passo del Comedon e poi 1 ora alla cima.

Altro: molto utile ci è sembrata questa relazione (che però riporta un dislivello errato).