Monte Pelf

L’immensa prateria alpina del Monte Pelf

via normale al monte pelf da cajada

19 agosto 2021

Il Monte Pelf (2502 m) si trova appena sopra Belluno e funge da spalla e da sorella alla ben più nota Schiara, alla quale però non ha nulla da invidiare. Le due cime sono collegate da una cresta percorribile ed infatti si può raggiungere la sua cima attraverso la Ferrata Marmol. Noi abbiamo preferito utilizzare la via normale che sfrutta il pendio erboso e teatrale verso est, che inizia dalla Forcella Caneva. Questo sentiero si può raggiungere in 2 modi:

  • Salendo dal Rifugio VII Alpini fino alla Forcella Pis Pilon: itinerario classico più frequentato perchè servito dal rifugio. Questa scelta è stata interessata dalla storica salita al Pelf di mia mamma negli anni ’80, ma prevede più di 1900 m di dislivello in un giorno.
  • Salendo dalla foresta di Cajada: questo itinerario è sicuramente più veloce e meno impegnativo. Abbiamo scelto di percorrerlo anche per variare itinerario e vedere un paesaggio nuovo in cui non ero mai stata.

Condizioni: l’itinerario è ben segnalato da tabelle CAI (che nonostante abbiano un po’ di anni, sono sempre giuste) e da bolli rossi ben distribuiti. Nessun rischio di confondersi o di sbagliare strada.
Ottimo terreno sul quale avventurarsi. L’unica nota da apporre è per quanto riguarda la prima parte: alla partenza, bisogna percorrere per un po’ di tempo il greto di un torrente secco (Rui di Caneva), assolutamente da evitare in giorni di pioggia o, meno che mano, giorni successivi ad una brentana.

Bellezza: l’escursione è di rara bellezza e attraversa le zone a mio parere più sottovalutate delle Dolomiti. Salendo verso la cima da Cajada abbiamo la possibilità di attraversare binomi differenti, da quello della foresta a quello della prateria alpina. Consigliato anche per l’assoluta pace che regna su queste zone.
Voto escursione: 9/10

Periodo consigliato: estate e primo autunno, possibilità di riscontrare un po’ di neve nelle forcelle superiori se affrontata in tarda primavera.

Difficoltà: facile, basta aver voglia di camminare. Non ci sono passaggi particolarmente tecnici o impegnativi. L’ultimo tratto è quello forse un po’ più complicato per chi non è abituato, ma è attrezzato quindi ci si può aiutare, eventualmente portare imbrago e set per chi proprio non se la sente.

Dislivello: 1300 m

La partenza a Col d’Igoi

Avvicinamento: Dalla statale Alemagna in direzione nord, giriamo a sinistra in località Fortogna seguendo i cartelli “Foresta di Cajada”. Seguiamo le indicazioni per salire in auto: sono circa 7 km di strada stretta ma asfaltata, da evitare con auto troppo basse o troppo belle. La strada è veramente spettacolare e sale a stretti tornanti subito per poi inoltrarsi nella foresta accanto a pareti enormi (il numero di sassi sulla strada indica anche che piovono sassi da queste pareti).
L’ultimo chilometro si percorre su sterrato alternato ad asfalto. Noi abbiamo lasciato l’auto in località Col d’Igoi (1258 m) invece che seguire le indicazioni per Rifugio VII Alpini, Forcella Pis Pilon che facevano lasciare l’auto al parcheggio circa mezzo chilometro prima.

Percorso: da Col d’Igoi, seguiamo il sentiero a destra che segue il limitare del bosco e sale verso alcune casere. Dietro le ultime 2, ci ricongiungiamo ad una strada bianca lievemente in discesa: la seguiamo fino ad arrivare al greto del Rui di Caneva. 2 ometti evidenti che però possono scomparire facilmente date le piogge e le piene del torrente, ci indicano che in questo punto dobbiamo camminare direttamente in mezzo al greto.

Lo percorriamo per circa un chilometro prima di ritrovare il sentiero sulla sponda nord. Entriamo quindi nel bosco di latifoglie, che ci accompagnerà per un po’ di salita. Questi boschi sono ampi, in ombra e ben ventilati: si sta bene anche ad agosto. La traccia comunque è evidente e sale con pendenza costante fino a congiungersi con una traccia che sale dalla valle: è il sentiero dal parcheggio di Cajada con indicazioni Pis Pilon, VII Alpini.

Saliamo ancora nel bel bosco, incontriamo un altra tabella CAI e seguiamo il sentiero n. 505 verso Pis Pilon, verso sinistra, poi teniamo la strada lasciandoci a destra le indicazioni per Forcella Tanzon. Il bosco di faggi comincia mano a mano a ritirarsi e fa spazio alla vegetazione di transizione, un po’ incolta e ricca di piante di aconito. Ora si fa chiara la nostra prima meta, ossia la Forcella Caneva (1849 m), a sinistra rispetto al Sass di Mel che si trova centrale alla nostra vista.

La salita è ripida e un po’ faticosa perchè sfrutta il fasciume della forcella, ma non difficile. In cima, si apre il paesaggio della conca alpina verso Forcella Pis Pilon in tutta la sua magnificenza. Noi non dobbiamo raggiungere questa seconda forcella: scendiamo un pochino (circa 80 m) e poi prendiamo a destra come indicato dalla scritta rossa sul masso.

Ora invece puntiamo, dapprima aderenti alle rocce di Sass di Mel e poi su sentiero più aperto, verso una seconda forcella che separa Sass di Mel alle Crode di Caneva (ca 1970 m). La nostra camminata in questo tratto è accompagnata dagli occhi vigili di 3 camosci che ci guardano dall’alto: appena arriviamo in cima però scopriamo che non sono soli, ma ci sono tantissimi gruppi sulle pendici! in totale, una cinquantina di camosci di ogni età corrono ovunque e rivelano quanto poco frequentata sia effettivamente questa zona.

L’ultimo tratto attrezzato dall’anticima alla cima. In rosso dove passa più o meno il cavo.

Dalla seconda forcella, si prosegue in direzione nord-ovest lungo il crinale e si sale fino all’anticima rocciosa, punto dov’è situato un ometto di pietra. Meglio lasciare qui i bastoncini e proseguire a mani libere perché arriva l’ultimo pezzettino di sentiero attrezzato. Scendiamo di un paio di metri e attraversiamo una forcelletta per andare a prendere il filo metallico che conduce alla cime. Questo è l’unico passaggio che potrebbe dare fastidio in quanto un po’ esposto. 5 minuti e siamo arrivati alla cima dove troviamo la croce e il libro di vetta ben chiuso nella cassetta. Lo spettacolo della cresta fino allo Schiara è mozzafiato!

Discesa: come per la salita.

Tempi: circa 2.45 ore a salire, circa 2 a scendere.

Altro: traccia GPS della nostra uscita disponibile qui.