Monte Salta, Libri di San Daniele e Monte Borgà

Giro ad anello da Casso per il Monte Borgà, passando per i libri di San Daniele e scendendo verso Erto. 

20 novembre 2022

Quando io e mio papà d’estate andammo sul Monte Toc, in cima incontrammo un ragazzo gentile che, fra una chiacchiera e l’altra, ci consigliò di salire anche l’altro versante della Valle del Vajont, ossia il monte Salta, dove potevamo ammirare i bellissimi Libri di San Daniele.

I libri di San Daniele

Così, ecco che in una perfetta giornata autunnale, io, papà e Matteo abbiamo deciso di sfruttare il suggerimento ricevuto e visitare questo posto incredibile. 

L’itinerario che abbiamo seguito è in realtà molto conosciuto e frequentato. Ci sono molti modi per compierlo, molti siti da cui partire e molti altri da cui scendere per chiudere l’anello: noi abbiamo deciso di salire da Casso e scendere verso Erto, per via del minor dislivello presentato. Sconsiglio il percorso a rovescio: la salita da Erto è veramente tosta e monotona, in quanto dritta per dritta, mentre quella da Casso a mio parere presenta delle variazioni che la rendono più piacevole. 

Infine, i Libri di San Daniele: queste fantomatiche formazioni di roccia non sono altro che lastre di Rosso Ammonitico frutto della sedimentazione e poi della dislocazione della faglia tra il Monte Borgà e il Monte Sterpezza. Il vento e gli altri agenti atmosferici hanno con il tempo eroso gli strati più friabili fra i vari fogli rossi, dando origine a questi famosi ed incredibili libri.

Condizioni: percorso molto frequentato, per cui il sentiero è ben tracciato ovunque. Nessuna difficoltà di sorta, ad esclusione di un passaggio che potrebbe dare vertigini a circa metà della salita da Casso, che da versante ovest conduce a quello sud del monte Salta. Attenzione anche a scendere e risalire la pala che si trova a nord della forcella del monte Salta: il pendio è abbastanza ripido e con il ghiaccio si potrebbe facilmente scivolare. 

Bellezza: percorso mozzafiato con grandi panorami e la possibilità di vedere da vicino le formazioni geologiche dei cosiddetti Libri di San Daniele. 
Voto: 8/10

Periodo consigliato: Autunno prima della neve o in prima estate. Sconsigliata durante l’estate piena, in quanto la maggior parte del percorso è rivolto a sud e senza ripari. Attenzione anche all’inverno: troppa neve e ghiaccio possono rendere pericolosi i passaggi dalla forcella Piave ai i Libri. 

Difficoltà: percorso senza difficoltà tecniche sostanziali, ma lungo e impegnativo dal punto di vista fisico. 

La frana del Monte Toc vista dal paese di Casso

Dislivello: la maggior parte delle relazioni segnalano 1300 m di dislivello, la traccia che ho registrato ne dà invece circa 1600. Da calcoli a tavolino, il totale dovrebbe essere circa 1400 m. 

Avvicinamento: dalla statale Alemagna SS51 in direzione di Cortina, prendiamo per Pordenone appena prima di Longarone. Seguiamo le indicazioni per la Diga del Vajont, la saliamo e arriviamo in Friuli-Venezia Giulia. Superiamo il memoriale ai caduti, superiamo anche la palestra di roccia di Erto e prendiamo a sinistra appena prima del benzinaio, seguendo le indicazioni verso Casso. Dopo un paio di tornanti, si raggiunge il vecchio paese dove non sono tanti i parcheggi disponibili ma, se arriviamo presto, possiamo parcheggiare più in alto circa dove la strada finisce. 

Percorso: dal parcheggio, cominciamo a risalire il paese seguendo i cartelli (sentiero CAI n. 964). Dopo il paese, saliamo man mano nel bosco seguendo dei vecchi muretti a secco fra alberi cedui misti e poi fra i faggi. Con pendenza non troppo esagerata e continua, scavalchiamo prima il promontorio a sud-ovest e poi ci addentriamo sul versante ovest del Monte Salta. 

Dopo aver attraversato un viale incredibile (foto sotto) sbuchiamo al di fuori degli alberi e viriamo a destra, dove dei saltini di roccia ci conducono più in alto, in direzione sud (qui una porta scavata nella roccia ci stuzzica la curiosità in questo passaggio, ma purtroppo non conduce da nessuna parte).

Oltre questi piccoli saltini, un sentiero aereo sul dirupo ci conduce verso la pala di loppa a sud: un passaggio veramente bello! 

La salita sul sentiero fra la loppa (Pra de Salta) non è troppo faticosa ma, purtroppo, un po’ noiosa: bella però la vista sul monte Toc. Dopo aver risalito tutta la pala, il sentiero ci porta verso Sud-Est, dove si apre un nuovo panorama, quello verso le vette del Cimolais. Dopo un breve trasferimento, ricominciamo a salire, questa volta molto ripidamente verso la forcella Piave o forcella Salta (2019 m), fra i mughi e la loppa. In cima ci concediamo giusto un attimo di riposo per poi volgere verso nord, scendere di circa una cinquantina di metri e risalire le pendici erte del Monte Piave. Questo tratto è un po’ sfasciumoso, soprattutto per quanto riguarda la discesa: occorre fare attenzione! 

La salita viene però subito ripagata da una visione incredibile: il pianoro sovrastante pullula di camosci e stambecchi che riposano e mangiano tranquillamente. 

Attraverso molto più facili passi, in pochi minuti raggiungiamo le fantomatiche rocce componenti i Libri di San Daniele, dove ci fermiamo per fare qualche foto e riposare fra questi enormi album di pietra. 

Il sentiero quindi ci conduce sulle pendici meridionali di Cima Sterpezza, che attraversiamo senza risalire. Ecco infine che arriviamo alla piccola forcelletta tra Cima Sterpezza e il Monte Borgà, dove si trova il bivio che condurrà a valle. Per chi avesse ancora energia, la cima dista circa un centinaio di metri di dislivello e gode di una meravigliosa visuale dei fianchi orientali delle dolomiti zoldane. 

Pendici di Cima Sterpezza

La discesa verso Erto, sentiero CAI nr. 381, è inizialmente facile ma risulta ben presto molto ripida. La vista sulla valle del Vajont è però impressionante e ripaga la lunghezza della discesa stessa (circa 1 ora a passo spedito, se non di più). Dopo circa 1000 metri di dislivello negativo, arriviamo finalmente al bivio con il sentiero nr. 380 (Sentiero dei Carbonai) che ci riporterà a Casso. Il sentiero ci fa sgranchire gambe e rilassare ginocchia in quanto, superati i primi metri un po’ in salita, è pressoché pianeggiante. Per circa 3 chilometri camminiamo percorrendo la costa fra Erto e Casso, intervallando la visione di dolci boschetti di latifoglie a ghiaioni facilmente percorribili, sempre accompagnati dalla vista del laghetto di Vajont sottostante e dal Monte Toc a sud. Ritorniamo infine al parcheggio di partenza dopo aver percorso circa 12 km in totale, stanchi ma molto felici dell’avventura. 

Tempi: 4.30-5 ore per tutto il giro, dipende dalla velocità (noi siamo stati lentini). 

Traccia: qui potete trovare la nostra traccia.