Monte Fornel

Anello Marrone dei Sentieri di Sospirolo.

Maggio 2020.

Ho fatto questa escursione con mio papà non tanto per il percorso o per salire in cima al monte Fornel (1773 m) ma come ricognizione per un progetto a cui penso da un po’ e che devo solo finire. Il monte in sé fa parte della cresta che dal monte Sperone corre fino a forcella Intrigos e finisce sulla parete est del Pizzocco, cresta che unisce la croce di Susin, la croce Visentin, la croce di Maras e Sass de Gnei.
Inoltre, l’escursione fa parte di quelle dei Sentieri di Sospirolo.

Condizioni: abbiamo trovato il sentiero in buone condizioni, nonostante i due giorni di pioggia precedenti. Purtroppo la nebbia ha rovinato il panorama della cresta e della vetta, ma non era il nostro obiettivo: con il sereno dev’essere una bellissima escursione panoramica, come le creste di Susin, ma vanno evitati i periodi di calure estive, essendo tutto il percorso esposto a Sud. Per tutti gli escursionisti, non vi sono tratti particolarmente impervi o difficili!

Difficoltà: facile.

Bellissima la vista dalla cima

Bellezza: molto panoramico, la dorsale per la cima è davvero bella.

Dislivello: 970 m di dislivello. Punto più basso (parcheggio): 877 m. Punto più alto (cima): 1773 m.

Avvicinamento: in auto, da Sospirolo raggiungere Susin, Maras e San Zenon, proseguire verso San Gregorio e sul rettilineo appena dopo San Zenon, prendere a destra ed entrare nel paesino di Alconis. Qui continuare salendo verso Col dei Fioch: la strada è indicata da un cartello in legno, ma è solo per auto alte essendo sterrata e poco praticabile. Seguirla fino ad un parcheggio con delle panchine e delle tabelle informative.

Relazione: giro ben battuto ma poco segnato verso la cima. Si inizia salendo l’ultimo tratto di strada asfaltata e girando a sinistra seguendo i cartelli del sentiero marrone – Monte Fornel. Da qui si entra nel bosco di latifoglie, dove si snoda 1/3 del percorso, seguendo un sentiero ben tracciato e largo. Si raggiungono dei grossi massi, dove ci sono dei santini, e si continua con un dislivello costante. Al bivio per Casera Campo, tenere a destra e continuare a salire. Sbuchiamo finalmente fuori dal bosco a metà percorso: ora sotto si dovrebbe vedere Santa Giustina e la vallata, ma noi non vediamo niente causa nuvole. Continuiamo verso la cima seguendo un percorso dolce in mezzo alla prateria alpina piena di genziane e i primi botton d’oro. Più saliamo più i segni marroni si fanno più radi e poco visibili (tanto bene a chi ha scelto il marrone) e il sentiero meno marcato: non importa, la strada si può trovare a vista con una certa facilità (e dimestichezza) tenendo verso destra. L’ultimo tratto di cresta/dorsale è il più bello: facile ma aereo. Raggiungiamo la cima insieme alla nebbia che ci ha accompagnato: un peccato! Possiamo solo immaginare la parete bellissima e caratteristica del Pizzocco, come le punte aguzze del Sass de Gnei. Almeno possiamo vedere la Val Falcina, la faccia Sud dei Monti del Sole e la testolina di un camoscio che scappa al nostro arrivo. Dalla croce seguiamo la cresta verso Ovest per circa 100 m e poi cominciamo a scendere verso valle (attenzione: le creste sono segnate dai bolli rossi ma NON vanno seguiti: seguire a scendere solo i pali marroni, altrimenti buongiorno Intrigos). Qui la traccia è un po’ lasciata al buonsenso e all’immaginazione, ma in qualche modo (a sentimento) ci raccordiamo di nuovo al sentiero di andata e ritorniamo a valle.

Tempi: salita in 1h45′ (tempi di mio papà), totale escursione con pause: 3 ore.

Precisazioni e materiale: percorso semplice e divertente, non particolarmente impegnativo. Verso la cima il sentiero si fa meno visibile, e i segni marroni sono radi o poco visibili.

Link utili: abbiamo seguito la traccia in ViewRanger dell’anello Marrone e questa relazione per trovare soprattutto dove parcheggiare l’auto.